Dalla Cyberwar ai Black Bloc, dal
sabotaggio mediatico a Bin Laden.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-12-2001]
"C'è una cosa che
non si deve mai fare né per mare, né per terra , questa cosa è la guerra". Questa filastrocca
del grande scrittore per ragazzi Gianni Rodari dice una cosa vera e, putroppo,
inattuata: le guerre si fanno e in modi finora inediti e modernissimi, ma non
per questo meno drammatici. "Le nuove guerre:
dalla Cyberwar ai Black Bloc, dal sabotaggio mediatico a Bin Laden" è un libro-novità,
uscito direttamente in edizione economica per i tipi della Bur Rizzoli (19.900
lire, 10,28 euro), scritto da uno dei massimi specialisti di sicurezza informatica
del nostro Paese, conosciuto anche al pubblico dei giornali, il tenente
colonello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, comandante del Gruppo
Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza. L'altro autore è Roberto Di
Nunzio, giornalista civile che ha insegnato alla Scuola di Guerra tecniche
sociali dell'informazione. Un libro poderoso e
documentato: si parte dalla definizione del contesto delle nuove guerre che è
la nuova società dell'informazione alla definizione stessa della categoria di
guerra, prendendo in esame i principali testi teorici di polemologia
(ossia la scienza della guerra). Gli autori prendono in
esame come dalle guerre Puniche fino alla guerra del Golfo l'informazione nelle
guerre ha avuto un ruolo stategico, che i condottieri più importanti non hanno
mai trascurato. Si passa poi all'"Information
Warfare" che, secondo la definizione ufficiale dell'Aviazione
americana, è "ogni azione mirata a demolire, distruggere,
inquinare l'informazione avversaria e le sue funzioni, proteggendo la propria
informazione da analoghe iniziative e sviluppando la propria attività
informativa militare". L'Information Warfare è
costituito dalla cyberwar, ovvero la distruzione dell'informazione e dei
sistemi di comunicazione nemici, e dalla netwar ovvero l'attività posta
in essere per danneggiare o modificare ciò che una determinata popolazione
conosce (o crede di conoscere) di sè stessa o della realtà circostante. La Guerra
dell'Informazione è analizzata nei suoi aspetti che sono l'intelligence, cioè
lo spionaggio (con un interessante approfondimento su Echelon, il Grande
Orecchio per lo spionaggio elettronico). Il libro passa in
rassegna anche lo psycological warfare, cioè la guerra psicologica per
indebolire il morale dell'avversario, utilizzando anche qui le più moderne
tecnologie (dai satelliti per invadere l'etere dell'avversario, alla
costruzione di realtà virtuali fittizie, sempre allo scopo di
preoccupare e colpire l'avversario, fino alle tecniche di mind control a
cui vengono sottoposti i terroristi). Uno dei capitoli più
interessanti è quello dedicato a Hacker Warfare e CyberWarfare: è
già domani, forse ieri, dove si parla concretamente dell'utilizzo degli hacker
e delle loro capacità nei conflitti: dagli hacker israeliani, che nell'ottobre
2000 hanno sferrato un attacco
ai siti Internet degli Hezbollah, alla risposta della comunità cibernetica
araba, che colpisce al cuore la
principale risorsa telematica del governo d'Israele. Dal terrorismo
informatico a colpi di virus, fino al videomorphing con la sua capacità di
manipolazione della realtà, i venti di Guerra che spirano nel Web vengono
scientificamente presi in esame. Da leggere sono i capitoli sull'Economic
Warfare, ovvero le tecniche per mettere economicamente in ginocchio una
Comunità; interessanti anche quelli sulla Guerra Climatica, sulla Manipolazione
Ambientale, squarci su realtà difficilmente non definibili nelle loro
conseguenze come apocalittiche, eppure a portata di mano. Infine, nel capitolo
dedicato alla guerriglia (e alla guerriglia urbana), una riflessione sui fatti
del G8 di Genova (condotta da un rappresentante delle forze dell'ordine) che
evidenzia la novità delle riprese fatte e trasmesse in tutto il mondo in tempo
reale con le webcam: è la sconfitta mediatica che, secondo gli autori,
le forze dell'ordine e il Governo hanno subito, la capacità di molti No-Global
di non farsi intercettare dalle forze dell'ordine e di bloccare i siti
governativi. In definitiva è un
libro da cui si impara qualcosa, apprezzabile per il suo sforzo di catalogare e
sistematizzare una materia così nuova. Ben vengano anche i "contromanuali",
ovviamente. Pier
Luigi Tolardo - Quelli di Zeus